La Basilica di San Paolo fuori le mura è una
delle quattro basiliche
papali
di Roma, la seconda
più grande dopo quella di San Pietro in Vaticano. Il suo
nome completo è Papale Arcibasilica Patriarcale Maggiore Arcipretale
Abbaziale di S. Paolo fuori le Mura.
Sorge lungo la via
Ostiense, vicino alla riva sinistra del Tevere, a circa due
km fuori dalle mura aureliane (da cui il suo nome) uscendo dalla Porta
San Paolo. Si erge sul luogo che la tradizione indica come quello della
sepoltura dell'apostolo Paolo (a circa 3 km dal luogo - detto "Tre Fontane" - in cui subì il
martirio e fu decapitato); la tomba del santo si trova sotto l'altare maggiore,
detto "altare papale". Per questo, nel corso dei secoli, è stata
sempre meta di pellegrinaggi; dal 1300, data del primo Anno Santo,
fa parte dell'itinerario giubilare per ottenere l'indulgenza e vi si celebra il
rito dell'apertura della Porta Santa. Fin dall'VIII secolo
la cura della liturgia e della lampada votiva sulla tomba dell'apostolo è stata
affidata ai monaci benedettini dell'annessa abbazia di San Paolo fuori le Mura.
L'intero complesso degli edifici gode dell'extraterritorialità della Santa Sede,
pur trovandosi nel territorio della Repubblica Italiana.
Il luogo rientra nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco dal 1980.
Dalla sepoltura di Paolo a
Costantino
È in
quest'area sepolcrale che, come qualsiasi condannato a morte, la tradizione
afferma che Paolo di Tarso sia stato sepolto, dopo aver subito
il martirio. Sia Paolo che Pietro
sarebbero caduti vittime della persecuzione neroniana seguita al grande incendio di Roma del 64. Secondo alcune teorie i
due sarebbero stati martirizzati proprio nel 64, dopo l'incendio. Secondo Eusebio di Cesarea invece i due sarebbero stati
uccisi nel 67. Una tradizione
vuole che una matrona (tale Lucina, ma il nome è quasi sicuramente frutto di
leggende successive) abbia messo a disposizione una tomba per seppellire i
resti dell'apostolo.
Come per il sepolcro di Pietro anche quello di
Paolo divenne immediatamente oggetto di venerazione per la nutrita comunità
cristiana di Roma che relativamente presto eresse, sulle tombe dei due, dei
piccoli monumenti funerari. Eusebio di Cesarea riporta nella sua Storia ecclesiastica
un passo di una lettera di Gaio, presbitero sotto papa
Zefirino, che cita i due trofei posti sopra le tombe degli apostoli, uno
sul colle Vaticano e l'altro lungo la Via Ostiense.
Il luogo, meta di pellegrinaggi ininterrotti dal I secolo,
venne monumentalizzato, come testimoniato dal Liber Pontificalis, dall'imperatore Costantino
I, con la creazione di una piccola basilica, di cui si conserva solo la
curva dell'abside,
visibile nei pressi dell'altare centrale della basilica attuale ed orientato in
direzione opposta all'attuale. Doveva trattarsi di un piccolo edificio
probabilmente a tre navate, che ospitava in prossimità dell'abside la tomba di
Paolo, ornata da una croce dorata.
La basilica di Costantino venne consacrata il 18 novembre
324 durante il
pontificato di Silvestro I, e si inserisce nella serie di basiliche
costruite dall'imperatore dentro ma soprattutto fuori della città, ed è la
seconda fondazione costantiniana in ordine di tempo, dopo la cattedrale
dedicata al Santo Salvatore (l'attuale basilica di San Giovanni in
Laterano).
La basilica attuale
La ricostruzione fu voluta da Leone XII, che il 25 gennaio 1825 emanò l'enciclica Ad plurimas nella quale invitava i vescovi ad una raccolta di offerte presso i fedeli per la ricostruzione. All'appello rispose buona parte del mondo cristiano, con offerte generose tra le quali quelle del Re di Sardegna, della Francia, delle Due Sicilie, dei sovrani dei Paesi Bassi, dello zar Nicola I che offrì i blocchi di malachite dei due altari laterali del transetto e del viceré d'Egitto che inviò le colonne d'alabastro. Proprio il dono dello zar fece sì che non si potesse più collocare nella chiesa l'altare a cui avevano lavorato Camillo Rusconi e Luigi Mirri, che venne così donato da Pio IX alla Cattedrale di Forlì in occasione di un suo viaggio in quella città 1857.Lo stesso Leone XII, in un chirografo del 18 settembre 1825 pose le basi per il progetto:
I lavori, diretti dall'architetto Pasquale Belli (che lavorava su un progetto iniziale di Giuseppe Valadier) poterono iniziare l'anno successivo, con la demolizione dell'Arco di Galla Placidia ed il reinserimento del quadriportico.
Interno – Navate – Transetto e Cappelle - Interior - Nave - Transept and Chapels
Una prima consacrazione avvenne il 5 ottobre 1840 ad opera di Gregorio
XVI che consacrò solennemente l'altare della Confessione ma l'intera
basilica venne consacrata da Pio IX il 10 settembre 1854, alla presenza di
un gran numero di cardinali e di vescovi, presenti a Roma per la proclamazione
del Dogma dell’Immacolata Concezione. I lavori comunque andarono oltre, entro
il 1874 furono
completati i mosaici della facciata, mentre solo nel 1928 fu aggiunto il
vasto quadriportico esterno, formato da quasi 150 colonne.
Il 23 aprile 1891 lo scoppio della polveriera del Forte Campanile e Portico
Portuense mandò in frantumi le vetrate a colori eseguite da Antonio
Moroni nel 1830:
al loro posto furono sistemate sottilissime lastre di alabastro donate da re
Fuad I d'Egitto.
Nel dicembre 2006 furono ultimati
alcuni lavori di ristrutturazione nella zona davanti all'altare papale, più
bassa rispetto al pavimento della basilica: con la demolizione dell'altare che
era presente in questa zona, è stato reso in parte visibile il sarcofago
marmoreo che si trova sotto l'altare papale e che, secondo la tradizione,
contiene i resti mortali dell'apostolo Paolo. È anche visibile la traccia della
piccola abside
appartenente alla chiesa più antica e orientata in senso contrario rispetto
alla basilica attuale (l'abside era anticamente rivolta verso ovest, mentre
oggi è rivolta verso est).
Arco di Galla Placidia
L'arco trionfale, ovvero l'arco che separa il transetto dalla navata centrale, è detto di Galla Placidia, dal nome della committente dell'opera, che fece realizzare la decorazione musiva che lo ricopre tuttora durante il pontificato di Leone I. Alcuni importanti restauri conservativi furono attuati durante il pontificato di Clemente XII (1731-1740). Dopo l'incendio del 1823, il mosaico venne staccato e sottoposto ad un intervento di restauro. Al centro della composizione, al disopra dell'arco, vi è raffigurato Cristo Pantocratore iscritto dentro una circonferenza da cui fuoriescono dei raggi. Ai suoi lati, fra le nuvole rosse e verdi del cielo dorato, vi sono i quattro simboli degli Evangelisti: il bue di Luca e l'angelo di Matteo a sinistra; l'aquila di Giovanni e il leone di Marco a destra. Più in basso, ai due lati dell'arco, sono raffigurati ventiquattro uomini anziani disposti in quattro gruppi da sei, due per ogni lato. Indossano il pallio e portano una corona. Ancora più sotto, su sfondo blu scuro, vi sono le figure di San Paolo (a sinistra) e di San Pietro (a destra).Il transetto riprende nella decorazione lo schema della navata centrale: le pareti sono decorate da marmi policromi e scandite da lesene corinzie nella fascia inferiore, mentre in quella superiore continuano gli affreschi sulla vita di San Paolo alternati ai finestroni in alabastro. Alle due testate vi sono due altari gemelli, realizzati con la malachite donata dallo zar di Russia Nicola I in stile neoclassico. I due altari sono dedicati alla Madonna (altare di destra, con pala raffigurante l'Incoronazione della Vergine e a San Paolo (altare di destra, con pala raffigurante la Conversione di San Paolo). Sul transetto si aprono quattro cappelle, due a destra e due a sinistra dell'abside, in corrispondenza alle relative navate laterali. Qui di seguito si descrivono a partire dall'estrema sinistra.
La prima è la cappella di Santo Stefano. Conserva all'interno il dipinto Martirio di Santo Stefano di Francesco Podesti e la statua del protomartire, di Rinaldo Rinaldi.
La seconda è la cappella del Santissimo Sacramento, scampata all'incendio del 1823; fu progettata da Carlo Maderno, che ha scolpì anche la statua di Santa Brigida qui conservata. Sull'altare si trova un pregevole crocifisso scolpito secondo alcuni da Pietro Cavallini, che è sepolto in questa cappella. Secondo altri l'autore del crocifisso è Tino di Camaino.
Esterno - Quadriportico – La Porta Sacra - Exterior - Quadriporticus - Front of the Basilica of Saint Paul Outside the Walls –– The Holy Door
Mentre il nartece, ovvero il portico che costeggia la facciata della basilica, ha una sola fila di colonne, i due laterali hanno una doppia fila, quello che si trova sul lato opposto presenta una tripla fila di colonne più alte e robuste rispetto alle altre. Le pareti laterali sono decorate con medaglioni raffiguranti i simboli degli apostoli e alcuni discepoli di San Paolo. Nei medaglioni del lato d'ingresso, invece, sono raffigurati i dodici apostoli.
Al centro del cortile si trova la statua di San Paolo, realizzata in marmo di Carrara da Giuseppe Obici
Facciata - Façade of the Basilica of St Paul Outside the Walls
I mosaici della facciata
La facciata sopra il colonnato è decorata
con dei mosaici eseguiti fra il 1854 e il 1874 su cartoni di Filippo Agricola e Giulio Consoni che si
ispirarono per quanto possibili a quello originale del X secolo. Il
mosaico è suddiviso in tre fasce. In quella inferiore, su sfondo oro, alternati
alle finestre sono raffigurati i quattro profeti dell'Antico Testamento: Isaia,
Daniele, Geremia ed Ezechiele. Sopra di essi, prima del cornicione, vi è una
fascia con l'Agnus Dei sul monte del paradiso da cui sgorgano i
quattro fiumi simboleggianti i Vangeli, nei quali si dissetano dodici agnelli,
che simboleggiano gli apostoli. Nel timpano triangolare, infine, vi è
raffigurato Cristo benedicente posto in mezzo a San Paolo e San Pietro e
la striscia centraleNel nartece, arricchito anch'esso, come gli altri tre lati del quadriportico, da marmi policromi nel rivestimento delle pareti, si aprono i cinque portali che permettono l'accesso alla basilica. Fra le porte, quella centrale, che è la più grande, risale al 1931 ed è opera di Antonio Maraini. Essa, alta 7,48 metri e larga 3,35 raffigura degli episodi della vita dei santi Pietro e Paolo ed è realizzata in bronzo e decorata da una croce realizzata con la tecnica dell'agemina in argento ed incrostata di lapislazzuli.
La porta di destra, risalente all'XI secolo è la più antica: divisa in 54 pannelli nei quali sono incise scene di vita di Gesù e dei suoi apostoli, è chiamata Porta Bizantina e fungeva da ingresso principale fino al 1967 quando è stata invece scelta per chiudere dall'interno il vano della Porta Santa. Quest'ultima, opera di Enrico Manfrini, misura 3,71 metri in altezza e 1,82 in larghezza, illustra sull'esterno il tema della Trinità e reca alla base un distico augurale in latino: Ad sacram Pauli cunctis venientibus aedem – sit pacis donum perpetuoquoe salus (A quanti vengono nel santo tempio di Paolo sia concesso il dono della pace e della salvezza eterna)
English version
The Papal Basilica of St Paul Outside the Walls (Italian: Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura), commonly known as St Paul's Outside the Walls, is one of Rome's four ancient major basilicas or papal basilicas: the basilicas of St. John Lateran, St. Mary Major, and St. Peter's and Saint Paul Outside the Walls. Francesco Monterisi was named archpriest of the basilica in 2009. The basilica was founded by the Roman Emperor Constantine I over the burial place of Saint Paul, where it was said that, after the Apostle's execution, his followers erected a memorial, called a cella memoriae. This first edifice was expanded under Valentinian I in the 370s.
In 386, Emperor Theodosius
I began erecting a much larger and more beautiful basilica with a nave and
four aisles with a transept; the work including the mosaics was not completed
until Leo
I's pontificate (440–461). In the 5th century it was larger than the Old St. Peter's Basilica. The Christian
poet Prudentius,
who saw it at the time of emperor Honorius (395–423), describes the splendours of
the monument in a few expressive lines. As it was dedicated also to Saints Taurinus
and Herculanus,
martyrs of Ostia in the 5th century, it was
called the basilica trium Dominorum ("basilica of Three
Lords").
Under Gregory
the Great (590–604) the basilica was extensively modified. The pavement was
raised to place the altar directly over Paul's tomb. A confession permitted
access to the Apostle's sepulcher.
In that period there were two
monasteries near the basilica: St. Aristus's
for men and St. Stefano's for women. Masses were celebrated by a special body
of clerics instituted by Pope Simplicius. Over time the monasteries and the
basilica's clergy declined; Pope
Saint Gregory II restored the former and entrusted the monks with the
basilica's care.
As it lay outside the Aurelian
Walls, the basilica was damaged in the 9th century during the Saracen
invasions. Consequently, Pope John VIII (872–882) fortified the basilica, the
monastery, and the dwellings of the peasantry, forming the town of Joannispolis (Italian: Giovannipoli)
which existed until 1348, when an earthquake totally destroyed it.
In 937, when Saint Odo
of Cluny came to Rome,
Alberic II of Spoleto, Patrician of Rome,
entrusted the monastery and basilica to his congregation and Odo placed
Balduino of Monte Cassino in charge. Pope
Gregory VII was abbot of the monastery and in his time Pantaleone, a rich
merchant of Amalfi who lived in Constantinople,
presented the bronze doors of the basilica
maior, which were executed by Constantinopolitan artists; the doors are
inscribed with Pantaleone's prayer that the "doors of life" may be opened
to him. Pope Martin V entrusted it to the monks of the Congregation of Monte Cassino. It was
then made an abbey nullius. The abbot's jurisdiction extended over
the districts of Civitella San Paolo, Leprignano,
and Nazzano,
all of which formed parishes. But the parish of San Paolo in Rome is under the jurisdiction of the cardinal
vicar.
The graceful cloister of the
monastery was erected between 1220 and 1241.
From 1215 until 1964 it was the
seat of the Latin Patriarch of Alexandria.
Arnolfo
di Cambio's tabernacle
On 15 July 1823 a fire, started through
the negligence of a workman who was repairing the lead of the roof, resulted in
the almost total destruction of the basilica which, alone of all the churches
of Rome, had
preserved its primitive character for 1435 years. It was re-opened in 1840, and
reconsecrated 1855 with the presence of Pope Pius
IX and fifty cardinals. Completing the works of reconstruction took longer,
however, and many countries made their contributions. The Viceroy of Egypt sent pillars of
alabaster,
the Emperor of Russia
the precious malachite
and lapis
lazuli of the tabernacle. The work on the principal facade, looking toward
the Tiber, was
completed by the Italian Government, which declared the church a national
monument. On 23 April 1891 an explosion at Porta
Portese destroyed the stained glasses.
On 31 May 2005 Pope
Benedict XVI ordered the Basilica to come under the control of an Archpriest
and he named Archbishop Andrea Cordero Lanza di Montezemolo
as its first archpriest.
Architecture and interior
The covered portico that precedes
the facade is a Neo-classicist addition of the 19th-century reconstruction. The
20th-century door includes the remains of the leaves from the originary portal,
executed by Staurachius of Chios around 1070 in Constantinople,
with scenes from the New and Old Testament. On the right is the Holy Door,
which is opened only during the Jubilees.
The new basilica has maintained
the original structure with one nave and four aisles. It is 131.66 metres (432.0 ft) long, 65 metres (213 ft)-wide , and 29.70 metres (97.4 ft)-high, the second
largest in Rome.
The nave's 80 columns and its stucco-decorated
ceiling are from the 19th century. All that remains of the ancient basilica are
the interior portion of the apse with the triumphal
arch. The mosaics of the apse, work by Pietro
Cavallini, were mostly lost in the 1823 fire; only a few traces were
incorporated in the reconstruction. The 5th-century mosaics of the triumphal
arch are original: an inscription in the lower section attest they were done at
the time of Leo I, paid by Galla Placidia. The subject portrays the Apocalypse
of John, with the bust of Christ in the middle flanked by the 24 doctors of the
church, surmounted by the flying symbols of the four Evangelists. St. Peter and
St. Paul are
portrayed at the right and left of the arch, the latter pointing downwards
(probably to his tomb).
The tabernacle
of the confession of Arnolfo di Cambio (1285) belong to the 13th
century.
In the old basilica each pope had
his portrait in a frieze
extending above the columns separating the four aisles and naves. A
19th-century version can be seen now. The nave's interior walls were also
redecorated with scenes from Saint
Paul's life in two mosaics.
The sacristy
contains a fine statue of Pope
Boniface IX.
South of the transept is the
cloister, considered "one of the most beautiful of the Middle Ages".
Built by Vassalletto
in 1205-1241, it has double columns of different shapes. Some columns have
inlays with golden and coloured-glass mosaics; the same decoration can be seen
on the architrave and the inner frame of the cloister. Also visible are
fragments from the destroyed basilica and ancient sarcophagi, one with scenes of
the myth of Apollo.
The tomb of St. Paul
According to tradition, Paul's
body was buried two miles away from the place of his martyrdom, in the
sepulchral area along the Ostiense Way, which was owned by a Christian woman
named Lucina. A tropaeum
was erected on it and quickly became a place of veneration.
Constantine
I erected a basilica on the tropaeum's site, and the basilica was
significantly extended by Theodosius I from 386, into what is now known as Saint
Paul Outside the Walls. During the 4th century, Paul's remains, excluding the
head, were moved into a sarcophagus. (According to church tradition the head
rests at the Lateran.)
Paul's tomb is below a marble tombstone in the Basilica's crypt, at 1.37 metres (4.5 ft) below the altar. The
tombstone bears the Latin inscription PAULO APOSTOLO MART ("to Paul the
apostle and martyr"). The inscribed portion of the tombstone has three
holes, two square and one circular. The circular hole is connected to the tomb
by a pipeline, reflecting the Roman custom of pouring perfumes inside the
sarcophagus, or to the practice of providing the bones of the dead with
libations. The sarcophagus below the tombstone measures 2.55 metres (8.4 ft) long, 1.25 metres (4.1 ft) wide and 0.97 metres (3.2 ft) high.
The discovery of the sarcophagus
is mentioned in the chronicle of the Benedictine monastery attached to the
Basilica, in regard to the 19th century rebuilding. Unlike other sarcophagi
found at that time, this was not mentioned in the excavation papers.
On 6 December 2006, it was
announced that Vatican archaeologists had
confirmed the presence of a white marble sarcophagus
beneath the altar, perhaps containing the remains of the Apostle. A press
conference held on 11 December 2006 gave more details of the work of
excavation, which lasted from 2002 to 22 September 2006, and which had been
initiated after pilgrims to the basilica expressed disappointment that the
Apostle's tomb could not be visited or touched during the Jubilee year of 2000.
The sarcophagus was not extracted from its position, so that only one of its
two narrow sides is visible.
On 29 June 2009 Pope
Benedict XVI announced that carbon
14 dating of bone fragments in the sarcophagus confirmed a date in the 1st
or 2nd century. "This seems to confirm the unanimous and uncontested
tradition that they are the mortal remains of the Apostle Paul," Benedict
announced at a service in the basilica to mark the end of the Vatican's
Paoline year in honor of the apostle. With the bone fragments archaeologists
discovered some grains of incense, and pieces of purple linen with gold sequins
and blue linen textiles.
A curved line of bricks
indicating the outline of the apse of the Constantinian basilica was discovered
immediately to the west of the sarcophagus, showing that the original
basilica had its entrance to the east, like Saint Peter's Basilica in the Vatican.
The larger 386 basilica that replaced it had the Via Ostiense (the road to Ostia) to the east and so was extended westward, towards
the river Tiber, changing the orientation
diametrically.
UNESCO World Heritage site since 1980.
(source Wikipedia)
Le foto sono super!
RispondiEliminaCiao
Stefano
impresionante el interior
RispondiEliminame gusta.
un beso
Your blog and pics are very beautiful. Can't wait to see more. Have a nice weekend!...Heidi xxx
RispondiEliminaPasso solo adesso dal questo tuo blog, e rimango basito! Fotografare è un'arte che ha bisogno di tempo, e in queste foto, hai saputo scegliere il meglio del tempo: il tramonto, dove l'arte si sposa con la seggezza, dove la professionalità vien fuori a piene mai. I miei complimenti Minusca. Superbe le descrizioni... 110 e lode!
RispondiEliminaDolce domenica.
Maurizio
Superbes photographies j'aime beaucoup !
RispondiElimina