La telegrafia senza fili prese effettivamente l’avvio da un campanello: se ne sentiva il suono al pianterreno di una villa – Villa Grifone a Pontecchio, nei dintorni di Bologna – non appena si premeva un tasto nel laboratorio elettrotecnico installato in soffitta. E s’intende che tasto e campanello non erano collegati fra loro.
Nel laboratorio vie era però una piccola emittente e il campanello era collegato a un impianto ricevente. L’uomo che azionava il campanello e che aveva ideato tutto il sistema era Guglielmo Marconi. Ogni suono del campanello gli confermava che la via da lui imboccata, dopo aver letto una pubblicazione del fisico tedesco Heinrich Hertz, era giusta. Hertz dimostrava come l’energia elettrica e magnetica si espanda a onde nello spazio. Pochi mesi dopo l’esperimento del campanello, l’8 dicembre 1895 , Marconi riuscì a trasmettere un segnale Morse e a farlo captare dietro la collina antistante la Villa Grifone. Era nata la telegrafia senza fili. Marconi si accinse a trovarne applicazioni pratiche. Il ministro delle Poste italiano definì follia l’invenzione e Marconi si recò in Inghilterra, Paese natale della madre, dove convinse il ministro delle Poste britannico.
Nel 1899 Marconi trasmise attraverso la Manica.
L’emittente con cui Guglielmo Marconi superò l’Atlantico era impiantata a Poldhu, in Cornovaglia. L’antenna a tela di ragno era tesa tra due piloni altri 50 m .
Il 12 dicembre 1901 Guglielmo Marconi effettuò la prima trasmissione radiotelegrafica attraverso l’Atlantico. Fu trasmesso per primo il segnale Morse della lettera S (tre impulsi brevi). L’impresa fece clamore non solo per la distanza, ma perché dimostrò che le onde radio seguivano la curvatura terrestre, cosa dio cui molti scienziati dubitavano.
(Fonte libro di mia proprietà: I grandi avvenimenti del XX secolo- Selezione dal Reader’s Digest)
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